Hanno scritto sull'opera di Borgna i critici:

Mario Borgna


[Luigi Carluccio - 1970]
"I dipinti di Borgna sono fatti di immagini che direste affiorate, con lenta risalita, dal fondo dell’inconscio, o da uno schermo lontano e al tempo stesso così presente : lo schermo dell’anima."


[Carlo Munari - 1973]
"Borgna si colloca in una posizione del tutto propria, immediatamente riconoscibile per il linguaggio che configura l’immagine. Linguaggio legittimo per la consistenza del discorso e per la qualità della pittura, e mai comunque epigonale rispetto a   qualsivoglia movimento o tendenza. Ma più legittimo ancora perché fa centro in quel bersaglio di cui troppo sovente, nella foga del dibattito attuale, si dimentica la necessità: il bersaglio della poesia."

[Carlo Munari - 1973]
"Ma, se alla radice di una certa formulazione del colore è ravvisabile la lezione dei fauves, e se la fluidità delle soluzioni spaziali ci avvertono che le espressioni del cubismo non sono trascorse invano, è pur vero che ogni dato è stato dall’artista assimilato in profondità e quindi declinato sulle cadenze delle sue, e soltanto sue, esigenze espressive."
[Carlo Munari - 1973]
"Egli, il clown, si costituisce a segno certo di una ritrovata serenità o, per meglio dire, della virile malinconia di colui che è consapevole dell’indecifrabilità del mistero che è la vita."
[Carlo Munari - 1973]
" L’itinerario del clown di Borgna rispecchia l’itinerario che l’uomo del nostro tempo aspira a compiere per garantirsi quel distacco dall’opprimente realtà instaurata dalla civiltà meccanica, distacco capace di promuovere un’esistenza relativamente autonoma, arricchita dalle energie primigenie fin qui soffocate e scordate."
[Gianni Vianello – 1973]
"La gamma dei blu, degli azzurri e dei verdi per i fondi, disposte con stesure e stratificazioni di calibrata sapienza tecnica per trarne effetti e rilievi di vitrea preziosità, si sciolgono come serici velari per l'insorgere improvviso di luminosità sparse, che sfocano la scena di fluide trasparenze e accendono i timbri cromatici dei brevi tocchi di colore puro: il fondale dei cieli notturni s'allontana e la suggestione dell'infinito ha il brivido della prima notte sulla terra."
[Gianni Vianello – 1973]
"La gamma dei blu, degli azzurri e dei verdi per i fondi, disposte con stesure e stratificazioni di calibrata sapienza tecnica per trarne effetti e rilievi di vitrea preziosità, si sciolgono come serici velari per l'insorgere improvviso di luminosità sparse, che sfocano la scena di fluide trasparenze e accendono i timbri cromatici dei brevi tocchi di colore puro: il fondale dei cieli notturni s'allontana e la suggestione dell'infinito ha il brivido della prima notte sulla terra."
[Mario Marchiando Pacchiola - 1977]
"Come non ravvisare il nostro spirito nello spirito del clown che si innalza leggero al di sopra delle cose (diventate anonime), aiutato magari dalla libellula o dalla farfalla, dalla speranza per noi, con un proposito di spiritualità sincera  e non casuale e un desiderio di elevazione ? ”

[Stefano Baima Griga – 1980]
"Il clown atropo-morfo rappresenta tutta la vita di Borgna, è un album di fotografie senza date e senza storia. La filosofia di Mario Borgna segna la sua profondità. Levi Strauss una volta disse : "Uno può fare storia solo considerando un periodo di tempo di mille anni" e Borgna lo cita frequentemente. Così questo è, più o meno, il punto di vista antropologico. Perché parla, allora, della storia millenaria ? Perché Borgna è uno storico, un “paleostorico” dell'arte figurativa."
[André Verdet - 1999]
"Predilige toni puri, luminosi, in armonioso rapporto con le forme. Ha trovato un blu d’un fascino ammaliante che possiede la risonanza di una sintonia musicale."
[André Verdet - 1999]
"Questi clown-sorciers, ripetuti deliberatamente, in movimento o ieraticamente statici, ci obbligano a riflettere un po’ di più sul nostro destino che troppe pretese e troppo orgoglio feriscono."
[André Verdet - 1999]
"Mario Borgna si rivela nella sua arte come imparziale testimone delle nostre umane debolezze… e l’ironia tuttavia, colma di nobiltà delle sue creazioni, ci mette di fronte a noi stessi come davanti ad una civiltà parodistica dalla quale emerge che il genere umano non deve ingannare se stesso."
[Antonio Fererro]
"Il clown di Borgna è epifania pittorica del suo autore, testimone della storia narrata e uomo nella concezione più generale e strutturata… È autobiografia di tutta l’umanità."
[Marilina di Cataldo - 2001]
"Borgna trasferisce dunque al clown la sua concezione spirituale; questo personaggio, che viene importato dal teatro e quindi da un mondo non reale, diventa il tramite per un'introspezione più generale sulla vita, sull'uomo e sul suo ruolo."

[Francesco De Caria - 2004]
"Negli anni ottanta c’è un approfondimento anche in senso filosofico, in riferimento soprattutto a Lyotard a al suo immaterialismo a agli studi sui “miti”  dell’uomo volti a superare il tempo in figure simboliche. Il discorso sul mito aveva riferimenti con le incisioni rupestri di cui le nostre Alpi sono ricche, segni arcaici, pregnanti, senza tempo."
[Francesco De Caria - 2004]
"Il clown di Borgna dall’alto, come una nuvola, contempla curioso gli avvenimenti, e se ne mostra talora preoccupato, talora commosso, talora contrariato, mai disperato e rinunciatario. Oppure accompagna il suo creatore nel suo viaggio attraverso le più significative esperienze artistiche del XX secolo, rielaborate personalmente in funzione espressiva."
[Francesco De Caria - 2004]
"Il clown è l’uomo nel tempo, assiste al disagio dell’epoca contemporanea e alle sue espressioni."
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